L’uomo ha confessato di non aver mai perso la speranza ed aver lottato per sopravvivere. Rishi Khanal, 27 anni ha detto: “Avevo qualche speranza ma ieri mi sono arreso. Le mie unghie erano diventate bianche e le mie labbra cominciavano a screpolarsi. Ero sicuro che non sarebbe venuto nessuno, ero sicuro che sarei morto. Non si sentiva niente. Ho continuato a battere contro le macerie e alla fine qualcuno ha risposto ed è venuto in mio aiuto. Sono rimasto senza mangiare e non avevo niente da bere, quindi ho bevuto la mia urina“.
I numeri fanno paura, si parla ad oggi di 5.300 morti e 8.000 feriti; 8 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria. Una protesta è in corso a Kathmandu contro la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione e l’inefficacia delle misure prese dal governo per soccorrere le persone bisognose e nelle ricerche sotto le macerie. Molte località vicino all’epicentro del sisma sarebbero ancora isolate e sembra che questo terremoto abbia colto di sorpresa anche gli organi competenti che non riescono ad attuare misure efficienti ed efficaci per aiutare la popolazione.