Salah Abdeslam non ha sparato a Sophia e Barbara per arma inceppata: il racconto delle ragazze miracolate a Parigi

Sophia e Barbara sono salve grazie ad un’arma inceppata non per pietà di Salah Abdeslam che imbracciava il kalashnikov difettoso. Nel video diffuso dal Daily Sophia Bejali, 40 anni, e Barbara Serpentini, 18, si trovavano sotto un tavolo quando  Salah Abdeslam si avvicina a loro poi punta il kalashnikov per ucciderle ma qualcosa non funziona e si allontana. Loro sono salve per miracolo una delle due giovani Barbara Serpentini ed è italiana.

Ci siamo viste in rue de la Fontaine du Roi, siamo andate verso i café della strada e abbiamo scelto la pizzeria perché avevamo voglia di un posto accogliente e carino” ricorda la Bejali, che si ferma a riflettere. L’alternativa era il bar davanti, con i tavolini all’aperto, il café ‘Bonne bière’. Se avessimo scelto quello forse ora saremmo morte. Quella macchina nera che accosta e all’improvviso un rumore forte, sconosciuto, dei botti, ho pensato a dei petardi e istintivamente ho spinto Barbara sotto il tavolino e mi sono stretta a lei. Ci tenevamo le mani sugli occhi, l’unica cosa che potevamo fare era sentire i colpi che continuavano assordanti intorno a noi e pensare ecco ‘stiamo per morire’. Poi il frastuono è diventato meno forte, si è fatto più lontano. Quando ho capito che era finito ho detto a Barbara di correre, correre, scappare” questo il racconto di Sophia.

Continua Barbara dicendo: “Da sotto il tavolo ho visto due piedi, due scarpe da ginnastica nere, lì, ferme, davanti a me, così vicine da poterle toccare. Ma non volevo guardare, non avevo il coraggio di alzare la testa e incrociare quegli occhi. Mi abbracciavo a Sophia e tremavo e tremando pensavo ‘sto per morire, ora muoio’. Ma lui restava lì fermo e non se ne andava. Non capivo perché, poco più in là gli spari continuavano. Guardando queste immagini ho capito perché sono ancora qui. Quell’arma puntata verso di noi non ha sparato. Si è inceppata. Quando non abbiamo sentito più nulla siamo uscite da sotto il tavolo e abbiamo iniziato a correre. Abbiamo suonato a tre portoni ma nessuno ci apriva. Finalmente uno lo abbiamo trovato aperto e ci siamo messe in salvo lì dentro. Ancora non posso credere che quella lì sotto al tavolino ero io. E a tutte le coincidenze che hanno portato me e Sophia proprio in quel café, quella sera. E alle persone che si sono salvate per miracolo“. Il video.

La Redazione:
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