Inferno meno enigmatico e più simile ad una pellicola di James Bond. Bellissimi effetti speciali.
Gli effetti speciali sono la chiave della spettacolarizzazione del film Inferno tratto dal romanzo di Dan Brown. Inevitabile il paragone con le precedenti pellicole di Ron Howard ispirate ai libri di Brown. Se il Codice da Vinci aveva creato un ingarbugliato gioco di enigmi, Inferno punta agli effetti speciali e all’azione.
I ricordi confusi del professore, Robert Langdon, interpretato ancora una volta da Tom Hankes, mostrano i veri effetti speciali del film com immagini dal sapore epico. La storia non è avvincente come Il Codice Da Vinci, dove una fuga rocambolesca includeva indizi ed enigmi. Inferno ha i suoi enigmi ma molto meno complessi. E’ un susseguissi di azioni tra assassini e buoni che diventano cattivi.
Belle le ambientazioni. L’Italia è sempre il set più suggestivo. Qualche colpo di scena che però non lascia una grande amaro in bocca. Alla fine una storia d’amore ispirata a Dante e Beatrice che resterà platonica. Ricordatevi che non è 50 sfumature di Grigio!
Merita di essere visto? Per l’azione e gli effetti speciali è sicuramente una pellicola da cinema ma la trama è un po’ scarna nonostante i continui cambi di ambientazione: si inizia a Firenze, si passa velocemente da Venezia e si conclude ad Istanbul.
Tutto troppo rapido e poco coinvolgente. Alla fine la testa del brillante professor Robert Langdon viene usata più come ring che per la sua intelligenza. Si ha solo un vero colpo di scena il resto è tutto prevedibile. Un troppo Marvel e meno Dan Brown.