Quindi i vestiti di Dolce e Gabbana, Gucci e Valentino (quest’ultimo il più criticato dal web) pare che Emma Marrone li abbia scelti e pagati di tasca propria facendo shopping nelle vie di Milano alla ricerca dell’abito giusto.
Le case di moda sono corse ai ripari dicendo: “Dolce&Gabbana confermano di non aver fornito né l’abitino rosso da 1950 euro né il tuxedo su blusa a rouches (1395 euro il bolero, 795 la camicia, 545 i pantaloni). Idem da Valentino. Gucci ci spiega che come una cliente qualsiasi Emma ha scelto ciò che più le piaceva: nello specifico due abiti in saldo della precedente collezione, già visti addosso a Giorgia e Anne Hathaway e che le stavano benissimo“.
Insomma se non vi fosse stata tutta la polemica, forse, le case di moda avrebbero reagito ringraziando la Marrone invece hanno assunto un altro atteggiamento. Inoltre pare che gli abiti le siano stati rimborsati infatti dovrebbero far parte di quelle spese o rimborso che hanno sostituito il cachet di Emma Marrone.
A questo punto l’errore più grande è stato non consigliare ad Emma di rivolgersi a stilisti minori che, magari, avrebbero vestito volentieri la Marrone. La cantante avrebbe fatto “una buona azione” dando la possibilità, ad artisti esordienti, di avere visibilità: un aiuto tra giovani. Inoltre mai comprare una abito di una stagione passata per un evento mondano, soprattutto, se si tratta di Sanremo dove le vallette sono state “passate ai raggi x”.