Barbara D’Urso parla di ex anoressiche pentite e si scatenano i social: “bullizza le persone magre”.
In studio si parla di curvy e si critica il fisico esile della presenti in studio, definite da Barbara D’Urso: “ex anoressiche pentite”. Non solo si tratta l’anoressia come uno status ma le persone magre vengono etichettate come errate.
In realtà la bellezza curvy è un tema caro a molte donne che si sono battute per sdoganare la donna formosa in contrasto con i canoni eccessivi dettati dalla moda. La salute prima di tutto! Esaltare gli estremi di una fisicità a discapito di un’altra è un modo sbagliato di trattare questo argomento.
Iniziamo con il dire che l‘anoressia è una malattia che, purtroppo, coinvolge moltissime donne. Dietro c’è una situazione articolata che non va ridotta alla semplice situazione fisica. E parlare di persone magre o che, addirittura, hanno sofferto di disturbi alimentari definendole “ex anoressiche pentite” è sbagliato.
Come dire che le donne curvy sono le vere donne e non le modelle pelle ed ossa è sbagliato. Perchè si distorce il messaggio dell’accettazione promuovendo un canone a discapito di un altro. La battaglia delle donne curvy si basa sull’accettazione del loro canone di bellezza. Lotta che non nasce certo per sminuire le donne esili per natura. Allora si arriva a “bullizzare” la persona magra per esaltare una persona formosa. Una persona deve avere un fisico sano che sia con qualche forma in più o con qualche forma in meno. Non ci dovrebbe essere un solo canone ma più forme di bellezza senza una rigidità degna di una catena di montaggio.