Chi era Felicita Impastato? Era madre di Peppino Impastato. Dopo la morte del figlio il suo unico grande obbiettivo fu quello di far arrestare gli autori dell’omicidio di Peppino Impastato. Fu una grande attivata italiana.
BREVE BIOGRAFIA DA WIKIPEDIA – Felicia nasce a Cinisi nel 1916. Nel 1947 si sposa con Luigi Impastato, piccolo allevatore, che durante il fascismo era stato inviato tre anni al confino a Ustica per mafia. Dal matrimonio nascono tre figli: Giuseppe detto “Peppino” nel 1948, nel 1949 nasce Giovanni che muore nel 1952 a soli 3 anni e nel 1953 nasce il terzo figlio, chiamato anch’egli Giovanni. Il marito è anche cognato del capomafia del paese Cesare Manzella. Morì nella sua città d’origine il 7 dicembre 2004.
In seguito alla scomparsa, l’abitazione fu rinominata “Casa memoria Felicia e Peppino Impastato”
A lei è stato dedicato il film “Felicita Impastato” che vende Lunetta Savino vestire i suoi panni. Il film andrà in onda stasera su Raiuno.
Una delle dichiarazioni più forti di Felicita riguardo al matrimonio con Luigi Impastato fu “Io allora non ne capivo niente di mafia, altrimenti non avrei fatto questo passo”.
Dopo il matrimonio capisce cosa realmente combina il marito alle sue spalle ed inizia ad opporsi. “Appena mi sono sposata ci fu l’inferno. Attaccava lite per tutto e non si doveva mai sapere quello che faceva, dove andava. Io gli dicevo: ‘Stai attento, perché gente dentro [casa] non ne voglio. Se mi porti qualcuno dentro, che so, un mafioso, un latitante, io me ne vado da mia madre”.
Quando il figlio Peppino inizia ad opporsi alla mafia denunciando e scrivendo su un giornale cerca di proteggerlo dal padre in qualsiasi modo. Ma una volta morto il marito si rende conte che Peppino ha un pericolo più grosso: “la mafia”. In qualche modo la presenza del padre gli concedeva un minimo di protezione benchè mafioso. Ma Peppino nonostante le suppliche della madre di essere meno diretto sull’argomento mafia non arretra di un passo. E viene ucciso dalla mafia.
Ma Felicita dopo un primo momento di smarrimento inizia a lottare per trovare e far condannare gli autori della morte di Peppino e si costituisce parte civile al processo.
Felicita disse che gli pensano “questa è siciliana e tiene la bocca chiusa. Invece no. Io devo difendere mio figlio, politicamente, lo devo difendere. Mio figlio non era un terrorista. Lottava per cose giuste e precise. Mio figlio glielo diceva in faccia a suo padre: ‘Mi fanno schifo, ribrezzo, non li sopporto… Fanno abusi, si approfittano di tutti, al Municipio comandano loro’… Si fece ammazzare per non sopportare tutto questo“.
La sua casa era affollatissima quando moltissimi giovani vi si recavano per conoscere la storia di suo figlio dopo il successo del primo film su Peppino Impastato. Lei accoglieva tutti con il sorriso: “tenete la testa alta e la schiena dritta”.