GLI AMICI DEL ROSPO Processo e cattività di Verlaine per l’attentato a Rimbaud.
Dal 21 al 26 marzo 2017 andrà in scena al Teatro Agorà “Gli amici del rospo- Processo e cattività di Verlaine per l’attentato a Rimbaud” spettacolo di Gennaro Francione per la regia di Antonella De Angelis.
Il dramma in due atti descrive il processo e la prigionia di Verlaine che il 10 luglio 1873, in una stanza d’hotel di Bruxelles, spara due colpi di pistola all’amante Rimbaud deciso a lasciarlo.
L’8 agosto del medesimo anno viene condannato a due anni di carcere confermati in appello il 27 agosto. E’ un processo umiliante che trasmoda dall’attentato a una causa contro la pederastia, col climax della visita corporale medica rilevante tracce d’abitudine pederastica attiva e passiva.
Dopo la causa l’azione scenica racconta la cattività che si trasforma da spazio serrato a sogno di un universo sconfinato dove, nel ricordo, il poeta solitario viene rivisitato dal suo amante fantasma. Oltre alla funzione consolatoria, insieme rivivono la stagione del loro amore coi due cuori maschili che, amanti del pigro rospo, trovano il trionfo nella poesia dell’eros platonico. Là dove anche i gesti e i simboli più osceni vengono trasfigurati e resi sublimi dalla versificazione metafisica
Gli amici del Rospo: di Gennaro Francione con Manuel Amadasi, Tina Angrisani, Matteo Cianci, Gianluca Gugliandolo, Nicolò Matricardi, Vincenzo Morra, Principe Valeri. Regia di Antonella De Angelis. Scelte musicali, costumi e scenografie Antonella De Angelis. Grafica Veronica Crocetti, Giorgia Gallinelli.
Note di regia:
Verlaine e Rimbaud la storia di due amanti vissuta in un’epoca dove l’amore aveva dei canoni prestabiliti, presenti ancor oggi in una società solo apparentemente aperta ma in molte frange ipocrita e codina.
La razionalità non ha nulla a che fare con l’amore che travalica i generi.
I due “rospi” vivono istintivamente la loro passione che contrasta giuridicamente i magistrati benpensanti: con il loro poetico bel parlare e verseggiare, rivoluzioneranno il senso della giustizia forcaiola. Gli attori si muovono dentro una scenografia essenziale e simbolista con costumi d’epoca. Il mood dei due atti è contrastante per stile e forma, a ritmo sostenuto nel primo atto, svolgentesi nell’aula di giustizia; più pacato e surreale nel secondo con Verlaine nella prigione alle prese coi fantasmi che l’hanno portato alla perdita della libertà e alla distruzione di un sogno.
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