Arriva la conferma: la seconda stagione della serie con Can Yaman e Francesca Chillemi, Viola come il mare, si farà. E potrebbe andare in onda prima del previsto.
La sceneggiatrice Elena Bucaccio non solo ha confermato che la seconda stagione è in fase di scrittura ma al noto portale Fanpage.it ha regalato anche alcune anticipazioni sui protagonisti Viola Vitale e Francesco Demir. Non solo pare che la seconda stagione di “Viola come il mare” potrebbe tornare in onda su Canale 5 già da ottobre 2023.
L’ultima puntata sarà ricchissima di colpi di scena. Più di quanto ci si possa immaginare. Viola correrà un grave pericolo. Avrà una reazione estrema alla sinestesia. Ci sarà un gesto eroico di Francesco. Sarà un finale romantico, ma in modo inaspettato. Poi ci sarà un controfinale che potrebbe fare arrabbiare gli spettatori, ma pone una domanda molto importante che rimanda alla seconda stagione.
Svela la sceneggiatrice.
Abbiamo appena scritto il soggetto di serie, dunque la storia principale della seconda stagione è pronta. Adesso cominciamo a scrivere gli episodi. Sono felice che questa serie sia scritta anche da Silvia Leuzzi, che sta facendo una grande carriera ed è una donna molto intelligente.
Inoltre le riprese della seconda stagione di “Viola come il mare” dovrebbero iniziare tra la primavera e l’estate 2023. Quindi sperano di montare tutto per la messa in onda ad ottobre 2023 ma se cosi non fosse al massimo si arriverà a primavera 2024.
Svela che ritroveremo Can Yaman e Francesca Chillemi ma arriveranno nuovi personaggi che saranno appunto gli antagonisti di Francesco e Viola.
Inoltre svela che Can Yaman ha deciso di ridoppiare alcune scene post produzione.
Ha lavorato duramente per recitare in una lingua che non era la sua. Inoltre, nelle scene che abbiamo girato all’inizio, il suo italiano era ancora un po’ più acerbo rispetto a quello parlato alla fine delle riprese, per cui ha deciso di ridoppiare quelle scene da solo, che è la cosa più difficile che un attore possa fare. Gli attori non sono doppiatori. È stato difficilissimo. Da parte nostra, lo abbiamo sostenuto con un lavoro di scrittura che lo ha aiutato a essere sempre preciso, evitando ad esempio parole italiane che contengono dittonghi che nella sua lingua non ci sono e che dunque faceva più fatica a pronunciare. Ma è stato davvero un grandissimo professionista.