The Blue Whale come la società reagisce ad un terribile catena di suicidi messa in primo piano da Le Iene. Blue Whale è iniziata in Russia ma è arrivata anche in Italia.
Sembra impossibile che ci sia gente che ironizzi sul il caso Blue Whale eppure in rete succede anche questo per non parlare dei gruppi chiusi come quello segnalato da Selvaggia Lucarelli. Il caso della catena di suicidi, dopo un lavaggio mentale indottrinato attraverso un gioco, non è altro che la conseguenza di una società malata.
E la reazione della rete, attraverso la quale si propaga, è veramente disarmante. C’è chi giustamente si sta muovendo nella speranza di aiutare a sconfiggere questo fenomeno (segnala profili e mette in guarda gli utenti con link utili) e chi arriva a creare delle gif ed post ironici. Incredibile come la società ancora una volta mostri un lato malato proprio quello che genera certi fenomeni.
Come si avvicinano al gioco del suicidio.
Sarebbe superfulo analizzare quanto le nuove generazioni crescano sole e prive di una personalità. E come nella loro solitudine si affidino alla guida dei media invece di rapportarsi con i genitori. Perchè succede questo?
Non c’è una guida all’uso dei social e non ci sono i giusti filtri neppure in tv. Inoltre molti genitori presi dal quotidiano delegano sempre di più l’educazione dei figli ai media. Allo stesso tempo l’uso incontrollato della rete è l’equivalente di lasciare solo un bambino in mezzo ad una strada dove più incontrare chiunque. Alla fine celare un minaccia in un gioco con un nome che suscita una immagine positiva è un modo per attirare proprio i più “innocenti”. Il connubio, tra personalità fragili lasciate sole di fronte ad un monitor e la loro innocente preparazione alla rete, è terreno fertile per questi fenomeni.
Molti di questi ragazzi iniziano per gioco nella speranza, magari, di ottenere “un premio” poi arrivano ad essere soggiogati e minacciati. Non riescono più ad uscire da un vortice di paura, tra minacce e pressioni psicologiche, ed eseguono l’ultimo “comando”: il suicidio.
Altri si avvicinano pensando che sia un gioco di “tendenza” “che fa figo”. Invece diventa un gioco mirato al massacro della personalità. C’è chi si è avvicinato magari con un passa parola anche tra adolescenti. Come condividere l’ultimo videogioco immesso sul mercato. Invece non è un gioco ma un lavaggio del cervello che diventa una trappola mortale.
IL PRIMO CASO IN ITALIA.
Purtroppo non solo in Russia (157 ragazzi suicidati) ma anche in Italia ci sarebbe stato il primo caso di suicidio per Blue Whale. Non è acclarato ma ci sono buone probabilità che il suicidio del ragazzo di Livorno sia avvenuto a causa di questo gioco. Le 50 regole prima del suicidio fanno venire i brividi.
Il primo colpevole arrestato, in quanto mentore di questo gioco al suicidio, si sente del tutto legittimato nel portare alla morte dei ragazzini innocenti perchè si innalza a “purificatore della società”. Ma chi ha lanciato questo gioco? I mentori a loro volta avranno subito un lavaggio del cervello nel quale si sentono “autorizzati” a mietere vittime? Non è ancora stato chiarita questa parte del macabro fenomeno. Ma fa rabbrividire questo lavaggio del cervello generale che ricorda molto l’indottrinamento fatto dall’ISIS. Ciò che è sbagliato divento una chiave di vita. E proprio questa vita diventa una maledizione non un dono prezioso da proteggere in quanto unica. Le persone vengono annullate e le priorità cambiano. Questo fa veramente paura.
Le Iene ed il loro servizio.
— Notizie WEB LIVE (@NOTIZIEWEBLIVE) 16 maggio 2017
Molti hanno condannato le Iene per aver scoperchiato questo vaso di Pandora. Invece l’informazione, intesa come “buona informazione”, è l’unica arma per combattere l’ignoranza di certi pericoli.
I genitori che non sapevano di questo fenomeno, ora, hanno la possibilità di prevenire ed aiutare i loro figli. Molti genitori hanno una pessima conoscenza della rete e la confondono con un semplice “videogioco”. In realtà è una finestra sul mondo che mette in comunicazione tutti. E con tutti intendiamo ogni tipo di soggetto. Oltre ai social esistono, forum e chat nelle quale si celano soggetti che possono essere pericolosi per l’incolumità dei figli. Le Iene hanno “svelato” un pericolo ora tocca a noi muoverci di conseguenza.