Oggi 3 novembre 2016 la scossa più forte nel Centro Italia si verificata questa notte ed è di magnitudo 4.8. L’evoluzione del terremoto resta un mistero.
La scossa più forte localizzata dall’Ingv è quella registrata questa notte, 3 novembre 2016 alle ore 01:35 italiane (00:35 UTC) di magnitudo Mw 4.7 (ML 4.8) in provincia di Macerata a circa 2 km da Pieve Torina (MC) e 12 km da Camerino (MC).
Alle ore 09:00 di oggi, 3 novembre, sono circa 634 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, 41 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 5 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Dopo l’evento del 30 ottobre, alle 07:40 ora italiana, di magnitudo M 6.5 sono stati registrati dall’INGV, complessivamente, oltre 2200 eventi sismici.
Uno sciame sismico a catena secondo gli esperti dove ogni terremoto attiva una faglia adiacente e questo tipo di evento sismico non raro. Quindi è errato parlare di scosse di “assestamento”.
Secondo l’esperto Carlo Meletti, responsabile del Centro di pericolosità sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
“Certamente sapevamo che questa zona ha una storia sismica lunga almeno 1.000 anni. Sappiamo inoltre che ci sono stati terremoti simili se non un po’ più forti in passato. Come quello che è avvenuto nel 1639: le scosse sono state presumibilmente della stessa entità se non addirittura più intense.
L’alta pericolosità sismica della zona appenninica non è di certo un mistero. l movimento di una faglia che si estende su circa 20 chilometri di lunghezza e a una profondità di 5 chilometri.
Si tratta di una faglia di dimensioni analoghe a quella da cui è scaturito il terremoto de L’Aquila nel 2009. La faglia coinvolta è di tipo distensivo. In pratica, parte dell’Appennino si muove verso l’Adriatico, mentre un’ altra parte resta indietro. Come se si tirassero due lembi di un lenzuolo fino a strapparlo. In questo modo l’Appennino si sta lacerando“.