Referendum Costituzionale 2016 – Gli italiani sono chiamata ed esprimere il loro parere con un “sì” o con un “no” attraverso un referendum confermativo sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi. Ma cosa cambia se gli italiani decidono di confermare questa riforma della costituzione.
La riforma, nata con un disegno di legge presentato dal Governo Renzi l’8 aprile 2014, si prefigge “il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.
Referendum Costituzionale Quorum – I referendum costituzionali non necessitano il raggiungimento di un quorum di votanti per essere validi, pertanto la riforma costituzionale sarà promulgata dal Presidente della Repubblica ed entrerà in vigore se i voti a favore saranno maggiori di quelli contrari.
Il Senato muta non solo nel numero dei parlamentari, attualmente è di 315 (ai quali vanno aggiunti i senatori a vita) si passa a 100 membri e verranno eliminati i senatori a vita (eccetto che per gli ex Presidenti della Repubblica), ma anche nelle sue funzioni.
Attualmente il Senato è eletto dal popolo (da tutti i cittadini italiani in possesso dei diritti civili che hanno compiuto 25 anni). Sei sono eletti nella circoscrizione estero, gli altri 309 in Italia.
Secondo la riforma i senatori saranno eletti nella seguente modalità: novantacinque senatori sono nominati dai Consigli regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano tra i propri componenti e tra i sindaci delle rispettive regioni, nella misura di un sindaco per ogni territorio. In merito all’elezione, il nuovo testo costituzionale prevede anche che in occasione del rinnovo dei consigli regionali, con modalità rinviate ad una successiva legge, gli elettori esprimano preferenze vincolanti per i consiglieri destinati a diventare senatori.
Il Senato dopo la riforma avrà una funzione di rappresentanza delle istituzioni territoriali, concorrendo con l’altra camera all’attività legislativa solo in determinate materie. Quindi si perde l’attuale bicameralismo. La Camera dei deputati rimarrebbe quindi l’unico organo ad esercitare la funzione di indirizzo politico e di controllo sull’operato del Governo, verso il quale resterebbe titolare del rapporto di fiducia.
Inoltre la riforma Renzi-Boschi prevede l’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e la soppressione dell’elenco delle materie di legislazione concorrente fra Stato e Regioni; sono previste anche modifiche in tema di referendum popolari, procedimento legislativo e uso della decretazione d’urgenza.
Sull’elezione dei giudici della Corte costituzionale, i cinque di nomina parlamentare sono eletti separatamente dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica, che ne eleggono rispettivamente tre e due, e non più dal Parlamento in seduta comune