Sul citofono di Luca Tommassini un post-it: “Vattene fro*io”




L’omofobia dilaga da sempre ed è più letale di qualsiasi virus. Eppure nel 2020 ancora ci troviamo di fronte a questi ignobili gesti.

Questa volta la vittima è un personaggio noto dello spettacolo. Si tratta di Luca Tommassini che condivide sui social questa ennesima prova di omofobia ai suoi danni.

Forse questo fa più eco, per la popolarità del noto coreografo e ballerino, ma nessun atto di omofobia dovrebbe essere taciuto. Un mondo di bulli e omofobi fa paura! Il pensiero va ai nostri figli ai quali lasciamo un modo dove l’umanità e l’empatia sono praticamente estinte. Ma tocca a noi genitori educarli per riaccenderle in loro quella sensibilità e capacità di non avere la presunzione di erigersi giudici degli altri ma empatici verso il prossimo.

Solidarietà a Luca Tommassini: spero di non dover più scrivere questo genere di notizie.

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Oggi è apparsa questa scritta sul citofono del mio palazzo, accanto ai miei due interni. Non sono sicuro al 100% sia per me ma un dubbio ce l’ho. In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro “frocio” a scuola e per strada. Mi è tornata la paura che avevo quando mia madre mi svegliava ogni mattina e pensavo che avrei dovuto affrontare da solo un’altra giornata passando per quella maledetta strada, davanti all’officina di mio padre che faceva finta di non vedermi. Si vergognava di me, non avevamo un rapporto “pubblico” e in privato lo avevamo solo quando mi faceva provare a pronunciare la “s” in modo corretto, offrendomi un premio in soldi, avevo la “s” moscia e lui la odiava. Non ho parlato per anni durante la mia infanzia per farlo stare sereno, per non farlo litigare con mia madre. L’ha picchiata spesso per “colpa” mia, le diceva che ero “frocio” e le dava la colpa e le botte. Quando io e mia madre decidemmo di iscrivermi alla scuola di ballo sotto casa, lo facemmo di nascosto. Quando papà lo scoprì, ci fu una rissa a casa, tra le più brutte, in cui papà urlava a mamma che non dovevo più andare a studiare danza perché diventavo “frocio” e che finì con lui che ruppe una bottiglia di vetro sulla parete della cucina tenendo in mano il becco rotto cercando di colpire mamma e io che saltai dalla mia sedia mettendomi tra loro due evitando la tragedia … urlandogli in faccia “vattene”. Io non ho mai abbassato la testa e ho sempre continuato a ballare. Più avevo paura e più alzavo la musica. Ora denuncerò questo atto dell’era dei “citofoni” , ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava. ORA BASTA , non possiamo più rimanere in silenzio , siamo tutti sotto attacco , non importa a chi lo dicono io zitto non ci resto più! #lucatommassini #imadreamer #tommassinivirtualfamily #ltdreamer

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Questo articolo è stato scritto da Elisa Binzeschi , autore NotizieWebLive


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