Nella classe di Matteo è scattato il lavoro di squadra dall’idea della maestra che inizialmente aveva segnato come errore “petaloso”. Matteo ha scritto la lettera per l’accademia della crusca per segnalare la sua “scoperta” poi la maestra l’ha corretta ed infine la compagna con la calligrafia più bella l’ha ricopiata per Matteo.
L’accademia della crusca ha risposto: “Caro Matteo, la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole formate nello stesso modo. Alcuni esempi? Peloso (pelo + oso) o coraggioso (coraggio + oso). Perché entri in un vocabolario, bisogna che la usino tante persone. La tua parola è bella e chiara, ma bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire “Com’è petaloso questo fiore!” o, come suggerisci tu, “le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”, ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano”.
Su Twitter è scattato l’appoggio a Matteo per mostrare che la parola può essere usate nella vita quotidiana nella lingua italiana ed è molto conosciuta. Fra i sostenitori anche Matteo Renzi: “Grazie al piccolo Matteo, grazie Accademia della Crusca una storia bella, una parola nuova #petaloso”.