Google News è costretto a chiudere in Spagna a causa di una nuova legge che tutela i diritti di autore di blog e testate giornalistiche. Ma dopo Google News chiuderanno anche altri aggregati di notizie che non si sostengono con pubblicità o hanno ricavi effettivi?
Google News come gli altri aggregatori dovrebbe riconoscere un compenso agli editori che sono presenti sull’aggregatore indipendentemente se essi lo vogliano o meno.
Questa legge nasce per tutelare i contenuti degli editori che generano un prodotto o informazione dal quale traggono profitto. Ma a quanto pare dare un compenso non rientra nelle “spese” di Google News e alla fine la tutela diventa una penalizzazione invece di una valorizzazione del lavoro.
Chissà se altri aggregatori sfrutteranno l’abbandono di Google News per potenziarsi e, magari, diventare più competitivi nel mondo, scalzando il leader Google, riconoscendo il “piccolo compenso agli editori” ma inglobando più contenuti e pubblicità da cui trarre profitto.
Ecco come spiega la chiusura di Google News Spagna: “Questa nuova legge impone alle testate di richiedere un compenso a Google News per mostrare anche piccoli snippet del loro testo, indipendentemente dal fatto che queste vogliano farsi pagare o no. Dal momento che Google News non genera ricavi (non mostriamo nessuna pubblicità sul sito) questo approccio semplicemente non è sostenibile“.
Google news al momento ha rimosso tutti gli editori spagnoli tutelati dalla nuova legge ma per il 16 dicembre avrebbe intenzione di chiudere Google News Spagna.